23.05.2024
Ministero pubblico della Confederazione contro A. e B. (SK.2023.26) – La Corte penale del Tribunale penale federale condanna due sorelle per sostegno allo Stato islamico



Il Tribunale penale federale riconosce due sorelle colpevoli di sostegno all’organizzazione «Stato islamico» per essersi unite ai ranghi di tale organizzazione nella zona di conflitto siriana.

Con sentenza del 23 maggio 2024, la Corte penale del Tribunale penale federale ha riconosciuto due sorelle domiciliate nel Canton Vaud, la prima cittadina tunisina e la seconda con doppia nazionalità svizzera/tunisina, autrici colpevoli di violazione dell’art. 2 della legge federale che vieta i gruppi «Al-Qaïda» e «Stato islamico» nonché le organizzazioni associate.

La prima imputata è stata riconosciuta autrice colpevole di avere tentato di attraversare, nel novembre 2014, il confine turco-siriano unitamente al figlio minorenne, con l’obiettivo di unirsi all’organizzazione «Stato islamico», nonché di essersi in seguito, tra febbraio e marzo 2015, unita ai ranghi di questa organizzazione nella zona di conflitto siriana, accompagnata dal figlio minorenne e dalla sorella. Inoltre, nel periodo tra giugno 2015 e febbraio 2016, ha versato dalla Svizzera una somma di denaro di circa CHF 6'300.- in favore dell’organizzazione «Stato islamico».

La seconda imputata è stata riconosciuta colpevole di essersi unita ai ranghi di tale organizzazione nella zona di conflitto siriana tra febbraio e marzo 2015, accompagnata dalla sorella e dal nipote.

La Corte penale non ha per contro ritenuto, nei confronti delle due imputate, l’accusa di avere pianificato un attentato in Svizzera. Sebbene entrambe potrebbero avere manifestato tali propositi durante la loro permanenza in Siria, nessun elemento agli atti indica che esse abbiano sviluppato un progetto concreto o preso delle disposizioni effettive in vista di un tale atto in Svizzera.

La Corte penale ha pronunciato delle pene detentive di 18 mesi nei confronti della prima imputata e di 14 mesi nei confronti della seconda. Entrambe le accusate sono state poste a beneficio della sospensione condizionale della pena e dovranno sottoporsi a un trattamento psicoterapeutico e psichiatrico durante il periodo di prova.

La Corte penale ha inoltre rinunciato a pronunciare l’espulsione dal territorio svizzero della cittadina tunisina, non rappresentando la stessa una seria minaccia per la sicurezza pubblica svizzera, non avendo precedenti penali ed essendo il rischio di recidiva stato considerato basso.

La sentenza non è cresciuta in giudicato. Le imputate continuano a beneficiare della presunzione d’innocenza.

Allegato: Dispositivo SK.2023.26 del 23 maggio 2024

Contatto:
Estelle de Luze, addetta stampa, presse@bstger.ch, tel. 058 480 68 68





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