Il 4 aprile 2013 il Tribunale penale federale ha accolto un ricorso di una cittadina americana e parzialmente accolto un ricorso di quattro società, i cui conti in Svizzera sono sotto sequestro rogatoriale dall'ottobre 2005 a seguito delle richieste di assistenza giudiziaria presentate dalle autorità italiane nel contesto delle inchieste condotte dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale ordinario di Milano, concernenti l'illecita appropriazione di risorse finanziarie del Gruppo Fininvest, divenuto poi Mediaset S.p.A., tramite la vendita, in tutto o in parte fittizia o a prezzi artificiosamente maggiorati, di diritti televisivi a società del gruppo stesso (cosiddetto caso Mediatrade). Il Tribunale ha in particolare rilevato come dopo il decreto che dispone il giudizio emesso il 18 ottobre 2011 da parte del Giudice per l'Udienza Preliminare (GUP) presso il Tribunale di Milano, confermato dalla Corte di cassazione il 18 maggio 2012, una parte di detti sequestri non appare più giustificata, motivo per cui, in ossequio alla procedura prevista in questi casi dalla "Convenzione di Strasburgo sul riciclaggio, la ricerca, il sequestro e la confisca dei proventi di reato", ha rinviato la causa al Ministero pubblico della Confederazione, in quanto autorità incaricata dell'esecuzione della misura rogatoriale, affinché prenda contatto con le autorità italiane dando loro la possibilità di esprimersi in merito. Per il resto il Tribunale penale federale ha confermato il mantenimento dei sequestri fino ad una somma totale di USD 87'686'000. Contro la decisione è data la possibilità di ricorrere al Tribunale federale di Losanna.
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