La Corte d’appello del Tribunale penale federale riconosce A., ex gestore patrimoniale, colpevole di truffa per mestiere, di riciclaggio di denaro aggravato e di falsità in documenti e lo condanna a una pena detentiva di 6 anni e 7 mesi e a una pena pecuniaria. Riconosce inoltre anche C. e D., due banchieri, colpevoli di riciclaggio di denaro aggravato e li condanna a delle pene detentive di 28 mesi, di cui 6 mesi da eseguire per C. e 19 mesi sospesi per D.
Il Ministero pubblico della Confederazione, gli imputati, gli accusatori privati e terzi interessati hanno interposto appello dinanzi alla Corte d’appello del Tribunale penale federale contro la sentenza di prima istanza SK.2022.22 pronunciata in data 17 giugno 2022 dalla Corte penale del Tribunale penale federale. Nella propria sentenza la Corte penale aveva riconosciuto A. colpevole di amministrazione infedele aggravata e di falsità in documenti, mentre aveva abbandonato il procedimento per i rimproveri di truffa per mestiere, amministrazione infedele e appropriazione indebita, non ritenendosi competente a giudicare i fatti rimproverati ad A. sotto il profilo di tali ipotesi di reato. Per quanto riguarda i coimputati B., C. e D., la Corte penale li aveva riconosciuti colpevoli per una parte dei fatti di riciclaggio di denaro loro imputati. Non era inoltre entrata nel merito delle azioni civili dei fondi E. che hanno partecipato al procedimento in qualità di accusatori privati.
I dibattimenti d’appello sono durati undici giorni e si sono svolti in assenza di A. All’apertura dei dibattimenti la Corte d’appello del Tribunale penale federale ha constatato una permanente incapacità dibattimentale del coimputato B. e ha pronunciato la disgiunzione del procedimento relativo a quest’ultimo.
Nella sua sentenza di merito, la Corte d’appello del Tribunale penale federale ha ritenuto di essere competente a giudicare i fatti rimproverati ad A. per titolo di truffa. Ha riconosciuto A. colpevole di truffa per mestiere, riciclaggio di denaro aggravato e falsità in documenti. Lo ha invece assolto dai capi d’accusa di amministrazione infedele aggravata e appropriazione indebita e ha abbandonato il procedimento nei suoi confronti per una parte delle accuse relative alla falsità in documenti. La Corte d’appello ha condannato A. a una pena detentiva di 6 anni e 7 mesi così come a una pena pecuniaria. Per quanto concerne in particolare la truffa, la Corte d’appello ha ritenuto che A. abbia messo in atto un inganno astuto a danno dei fondi E. e di una società di gestione di fondi d’investimento, di cui A. era il chief investment officer; inganno astuto che si è concretizzato in particolare con la manipolazione dei corsi e che ha causato un danno di oltre CHF 100 milioni.
Per quanto concerne i coimputati, la Corte d’appello del Tribunale penale federale ha riconosciuto C. e D. colpevoli di una parte dei fatti loro imputati a titolo di riciclaggio di denaro aggravato. Sono invece stati assolti rispettivamente il procedimento è stato abbandonato per gli altri capi d’accusa.
La Corte d’appello del Tribunale penale federale ha inoltre pronunciato la restituzione dei valori patrimoniali di CHF 8 milioni ai fondi E., accusatori privati. Ha pure assegnato a questi ultimi i risarcimenti equivalenti pronunciati nei confronti di A. e di due terzi interessati, per un totale di circa CHF 50 milioni. Infine, ha parzialmente accolto le pretese civili degli accusatori privati, ordinando ad A. di restituire loro l’importo di CHF 40 milioni.
La sentenza della Corte d’appello non è ancora cresciuta in giudicato in quanto può essere impugnata mediante ricorso in materia penale al Tribunale federale dopo la notificazione del testo integrale della decisione. Per gli imputati continua a valere la presunzione d’innocenza.
Allegato: Dispositivo CA.2024.13 del 3 settembre 2025
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