Con sentenza CA.2023.32 del 4 aprile 2024 la Corte d’appello del Tribunale penale federale conferma le condanne (uso delittuoso di materie esplosive o gas velenosi e danneggiamento) pronunciate a fine novembre 2023 dalla prima istanza nei confronti dei due imputati, che in marzo 2022 hanno fatto esplodere una bomba presso una villa nel quartiere di Bruderholz a Basilea, causando danni materiali per circa CHF 170.000.-. È inoltre confermato il verdetto di colpevolezza di prima istanza nei confronti dei due imputati per tentata fabbricazione, occultamento e trasporto di materie esplosive o gas velenosi, così come l'assoluzione di entrambi gli imputati dall'accusa di atti preparatori punibili per reati contro la vita e l’integrità della persona in relazione al tentato acquisto di due chilogrammi di esplosivo al plastico C4 a Stoccarda (DE) nell'estate del 2022, in cui i presunti fornitori si sono rivelati essere agenti infiltrati. Il primo imputato è stato riconosciuto colpevole anche di possesso illecito di armi. Le pene detentive pronunciate in primo grado sono aumentate rispettivamente da 60 a 64 mesi e da 74 a 84 mesi.
La sentenza CA.2023.32 del 4 aprile 2024 concerne gli appelli dei due imputati e del Ministero pubblico della Confederazione contro la sentenza della Corte penale SK.2023.33 del 27 novembre 2023.
Accuse
L'accusa rimprovera ai due cittadini svizzeri, di 28 e 25 anni, di avere piazzato e fatto esplodere, in correità, un ordigno esplosivo e incendiario non convenzionale (DEINC) presso una villa nel quartiere di Bruderholz nel marzo 2022, con l'obiettivo di spaventare i residenti della zona ed estorcere loro milioni. Al di fuori degli ingenti danni materiali causati per un totale di CHF 170.000.-, nessuno è fortunatamente rimasto ferito. I due imputati si sarebbero inoltre poco dopo, nell'estate del 2022, recati a Stoccarda (DE) per acquistare due chilogrammi dell’estremamente pericoloso esplosivo al plastico C4 al fine di effettuare ulteriori esplosioni a scopo di estorsione nella zona di Basilea, i presunti fornitori si sono poi rivelati essere agenti infiltrati. Al primo imputato è stato anche rimproverato il possesso senza apposita autorizzazione del dispositivo che produce elettrochoc, trovato durante la perquisizione domiciliare.
Sentenza di prima istanza SK.2023.33
Con sentenza SK.2023.33 del 27 novembre 2023 la Corte penale ha ritenuto comprovati i fatti rimproverati e, per il complesso fattuale «Bruderholz», ha dichiarato i due imputati colpevoli di uso delittuoso di materie esplosive o gas velenosi (art. 224 cpv. 1 CP) e di danneggiamento qualificato (art. 144 cpv. 1 in combinato disposto con il cpv. 3 CP). Per quanto riguarda il complesso fattuale «Stoccarda» la Corte penale ha ritenuto adempiuti gli elementi costitutivi del tentativo di fabbricazione, occultamento e distribuzione di esplosivi e gas tossici (art. 226 cpv. 2 in combinato disposto con l'art. 22 cpv. 1 CP) sia dal punto di vista oggettivo sia da quello soggettivo. Ha tuttavia negato la sussistenza di atti preparatori punibili ai sensi dell'art. 260bis CP. Questo in quanto né il reato di estorsione né quello di uso di esplosivi prospettati dagli imputati rientrano nell’elenco dei reati di cui all'art. 260bis CP e la pianificazione degli altri atti in merito a luogo, data e persone destinatarie non era avanzata (concreta) a tal punto, da potere ammettere la concreta accettazione di una lesione grave o di un omicidio. Per quanto riguarda il dispositivo che produce elettrochoc, trovato presso il primo imputato durante la perquisizione domiciliare, e per il quale egli non disponeva di alcuna autorizzazione, la prima istanza ha dubitato che ne fosse consapevolmente e volontariamente in possesso, ragione per cui è stato in fine assolto da tale capo d’imputazione. Complessivamente la prima istanza ha inflitto ai due imputati pene detentive di 60 e 74 mesi (di cui 10 mesi derivanti dalla revoca di una precedente condanna parzialmente rilevante).
Sentenza della Corte d’appello CA.2023.32
La Corte d'appello è giunta alla medesima conclusione del tribunale di primo grado per quanto concerne i fatti, le prove e il diritto e ha confermato i due verdetti di colpevolezza (art. 224 cpv. 1 CP e art. 144 cpv. 1 in combinato disposto con il cpv. 3 CP) nei confronti dei due imputati in relazione al complesso fattuale «Bruderholz». Sono stati confermati anche il verdetto di colpevolezza (art. 226 cpv. 2 in combinato disposto con l'art. 22 cpv. 1 StGB) e l'assoluzione (art. 260bis StGB) nei confronti dei due imputati per il complesso fattuale «Stoccarda». Contrariamente alla prima istanza, la Corte d'appello ritiene che il possesso consapevole e volontario del dispositivo che produce elettrochoc da parte del primo imputato (art. 33 cpv. 1 lett. a LArm) sia giuridicamente sufficientemente comprovato. Nell'ambito di una valutazione globale la Corte d'appello ha condannato il primo imputato a una pena detentiva di 64 mesi e a una pena pecuniaria di 10 aliquote giornaliere di CHF 30.- cadauna, sospesa condizionalmente, mentre il secondo imputato a una pena detentiva di 84 (sempre con 10 mesi derivanti dalla revoca di una precedente condanna parzialmente rilevante).
La sentenza può essere impugnata dalle parti presso il Tribunale federale entro 30 giorni dalla notificazione della motivazione scritta completa. Per entrambi gli imputati continua a valere la presunzione di innocenza.
Allegato: Dispositivo CA.2023.32 del 4 aprile 2024
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